L’attività al videoterminale

Monitor e computer

I sistemi computerizzati fanno ormai parte del nostro quotidiano in forme diverse: monitor digitali controllano le più svariate funzioni, al lavoro, a casa, nello svago e nella comunicazione. Ogni giorno una certa quantità del nostro tempo trascorre inevitabilmente guardando un monitor del computer. L’intervento dell’optometrista affronta la fase di ricerca e analisi clinica dei problemi visivi, la fase di prevenzione e informazione, oltre che di prescrizione e riabilitazione.

L’attività al videoterminale (VDT) che cosa comporta:

– I motivi per cui l’uso del VDT sono oggetto di tanta attenzione risiedono principalmente nella caratteristica poco “fisiologica”di quest’attività.

– Mentre la persona che attende al tradizionale lavoro di ufficio ha la possibilità di condurre un certo numero di attività fisiologiche ed ha a disposizione spazio per assumere posture diverse e muoversi liberamente, l’operatore al VDT spesso per un tempo prolungato e senza interruzione esercita un’attività in cui i movimenti fisiologici sono ristretti, l’attenzione è rivolta in modo prioritario al monitor ed entrambe le mani sono fisse sulla tastiera.

– La sorveglianza della digitazione alla tastiera e la lettura dei caratteri del monitor o sui testi mettono a dura prova la mobilità fine del rachide che ha l’intento di collaborare con i muscoli oculari nelle attività visive come la fissazione foveale. 

– In generale l’attività visiva al VDT richiede alti livelli di concentrazione per ottenere un buon livello di prestazione visiva basato principalmente sulla percezione spaziale anche se, in effetti, l’immagine al computer è bidimensionale. L’uso del puntatore e del mouse, spesso prevalente, richiedono buona coordinazione visuo-motoria per essere efficaci.

– Una corretta illuminazione dell’ambiente di lavoro è uno dei fondamentali del benessere visivo del videoterminalista. In generale dolenza della muscolatura e delle articolazioni interessate, scarsa efficienza funzionale, spossatezza, irritabilità e nervosismo sono i risultati. Disturbi neurovegetativi del sonno e della digestione caratterizzano la sindrome conclamata.

– È il protrarsi dell’osservazione all’interno del campo visivo professionale e quindi alle distanze prossimali senza la naturale alternanza verso lo spazio lontano a comportare un uso gravoso dei meccanismi dell’accomodazione e della convergenza.

 

Le conseguenze

Quando una qualsiasi funzione è espletata con difficoltà l’organismo risponde con una serie di reazioni d’allarme e di difesa legate ai meccanismi dello stress. Il risultato è una condizione parafisiologica che va sotto il nome di astenopia.

Astenon – opsis = stanchezza visiva

È auspicabile che l’optometrista, in un ambito interdisciplinare in stretta collaborazione con le altre figure tecniche e sanitarie competenti, costituisca un riferimento per affrontare i problemi visivi in modo specifico nel lavoro, compresa la fase informativa e formativa degli utenti anche non professionali con l’intento di aumentare la consapevolezza verso il problema.

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